Le ricerche in fisiologia fetale confermano oggi quello che molto donne risentono, vale a dire che il feto percepisce numerose sensazioni e che è possibile stabilire una relazione cosciente con lui. Parallelamente a queste ricerche, i lavori di molti psicologi hanno anche contribuito a confermare l’idea che “il feto è una persona” con il quale l’istituzione di un legame prima della nascita non è solo possibile ma consigliabile. Pier Luigi Righetti dottore in psicologia specializzato nello studio della vita psichica ed emozionale del feto riconosce che: “il periodo della gravidanza, benchè di breve durata, gioca un ruolo importante per il divenire pschico di ogni nascituro. Penso che il feto è un essere capace, autonomo, indipendente, in misura di percepire, ricevere e dare”. Prendendo in considerazioni i risultati di queste ricerche possiamo affermare che la mamma trasmette in permanenza al suo bambino quello che lei è, quello che vive e tutto quello che risente, il suo stress così come la sua gioia. A seconda di quello che prova la mamma che siano sentimenti di pace, di tranquillità, di gratitudine, di tolleranza o di tristezza, di paura, di rabbia o di rifiuto, il mondo interiore del bambino sarà molto diverso. I pensieri, le emozioni, così come i comportamenti materni sono trasmessi al feto e lasciano un’impronta nella sua memoria cellulare.
E’ durante questo periodo di vita intra-uterina che si costruiscono tutte le prime impronte che influenzeranno l’equilibrio affettivo del bambino, la qualità della relazione con i suoi genitori, la sua forza nell’affrontare la vita e la fiducia in lui. Per cui mantenedo un buon equilibrio emozionale, la futura mamma può favorire al suo bambino, una buona salute, una sicurezza affettiva, la sua intelligenza ed offrire una base solida allo sviluppo delle sue capacità. Le recenti ricerche confermano che il bambino in utero è un essere vivente, recettivo, reattivo, e dotato di memoria. I pensieri, sensazioni, emozioni delle mamme si traducono in sostanze neuro chimiche. Queste sostanze entrano in comunicazione con le cellule e i tessuti del corpo. Il feto fa parte del corpo della madre. Così i pensieri, emozioni e sentimenti vissuti dalla donna incinta si traducono in secrezioni ormonali e delle molecole che penetrano continuamente nel corpo del bambino e possono provacare un cambio di gusto del liquido amniotico perché queste molecole cambiano di sapore e di odore in funzione degli stati emozionali della donna incinta. Il bambino ingerisce regolarmente questo liquido amniotico. E’ dunque informato immediatamente degli stati emozionali della madre. Le emozioni della madre si traducono anche in modificazioni della respirazione e dei battiti cardiaci che il bambino percepisce con grande sensibilità. La frequenza cardiaca del feto aumenta o diminuisce a seconda che percepisca sua madre agitata o rilassata. E’ soprattutto grazie ai progressi realizzati dall’ecografia che sono state evidenziate queste informazioni straodinarie e commoventi sulle reazioni emotive del feto. Dei ricercatori hanno potuto filmare, per esempio, dei feti colpire con il loro minuscolo pugno l’ago introdotto per il test dell’amniocentesi.
Qualsiasi esperienza emozionale materna è così trasmessa al feto. Se lo stato emozionale è agreabile e positivo, il feto ne trae i benefici. Per esempio, quando ci si trova in uno stato di benessere, di gioia, di gratitudine, il nostro cervello produce le endorfine “gli ormoni della felicità” che, in una donna incinta saranno trasmessi al bambino. Il feto ha bisogno, soprattutto, di ricevere amore e tenerezza. Questi stati stimolano la produzione di ossitocina, questo ormone che la natura ha dotato di una doppia funzione: favorire l’affetto e il legame tra la mamma ed il bambino e gioca un ruolo importante durante il parto. E’ questa ossitocina che regolerà, più avanti, gli stati amorosi nella chimica del cervello. Un feto che ha ricevuto poca ossitocina potrà avere più difficoltà nella vita amorosa. Si è potuto osservare in alcuni mammiferi, a cui è stata somministrata dell’ossitocina, una diminuzione dell’aggrssività, un aumento della sociabilità, una più grande resistenza al dolore, ed un comportamento più materno nelle femmine.
Non sottovalutiamo tutti i mesi passati nel ventre della mamma che hanno già modellato una buona parte di credenze e pensieri. E’ certo che il vissuto emozionale della madre, avrà un impatto determinante sul bambino che deve nascere. Non siamo qui per fare un discorso colpevolizzante ma, soltanto per svegliare le coscienze sul fatto che, il bambino non nasce solamente alla sua data di nascita, ma al suo concepimento. Dunque come ignorare il tempo passato nell’utero? Sarebbe assurdo ostinarsi a credere che l’embrione, il feto siano privi di sentimenti o di percezioni emozionali durante la gestazione.Cosa significa trascorrere nove mesi all’interno del corpo materno? Quali sensazioni ed emozioni vi si percepiscono? Quali esperienze vi si vivono? Vasti settori della nostra società hanno finora volutamente ignorato tali quesiti oppure hanno cercato di sminuire l’importanza definendoli puerili. Il medico, artista e filosofo Carl Gustav Carus (1789-1869) situava intuitivamente la radice della nostra vita psichica nell’incoscio dell’esistenza prenatale. Siamo ormai facilemente in grado di capire e accettare che le esperienze prenatali e infantili continuano a vivere in noi.
Concludendo, possiamo affermare che l’equilibrio emozionale della futura mamma è un aspetto estremamente importante per vivere una maternità serena e preparare il bambino al suo arrivo in totale armonia. I fiori di Bach sono degli alleati straodinari che saranno al vostro fianco per sostenervi nei momenti più difficili, aiutandovi a riequilibrare i vostri stati emozionali.